La mattina,
appena svegli, i due gatti aprivano gli occhi per poi lavarsi con la lingua le
loro zampette. Così, usciti dalla cesta, si recavano in cucina dove la nonna
aveva, già preparato la colazione. Dopo alcuni strusciamenti conditi da sinuosi
movimenti con la coda alla nonna, per augurarle il buongiorno , bevevano il
latte.
Sale e Pepe
passavano il tempo a rincorrersi, a nascondersi
dentro gli armadi, salendo anche
sul grande tavolo del soggiorno, tanto per ricordare la loro parentela con il
re della foresta e per vedere meglio dall’ alto ciò che accadeva. Di
acchiappare passerotti o topini neanche a parlarle, erano due gatti urbani, ma
cimici e mosche, in estate, erano le loro prede preferite. Avevano, infatti,
una vista acutissima, anche di notte e degli artigli sottili. Nelle scure
giornate invernali giocavano con i gomitoli colorati della nonna facendole le
fuse sdraiati sulla schiena.
Un giorno la
nonna, dovendo andare a trovare una sua lontana cugina allergica ai gatti,
decise, per non lasciare incustoditi quei due simpaticoni , di chiedere alla
vicina di badare ai suoi micini.
La vicina,
aveva infatti una figlia, Matilde, che fu subito disponibile a occuparsi dei due gatti nella speranza di essere
ricompensata dalla nonna con una succulenta fetta di torta.
La mattina del
giorno della partenza Matilde si presentò di buon ora alla porta dell’anziana signora e,
rassicurandola che tutto sarebbe andato bene,
la salutò con un ampio sorriso.
‘’ Arrivederci, nonna e non si preoccupi i due
micini sono in buone mani’’.
‘’Grazie
Matilde, vedrai che prima di sera sarò di ritorno ’’ rispose la nonna e si
avviò alla fermata dell’ autobus numero 32.
Non appena
Matilde rimase da sola con i due gatti li vestì da dame facendogli indossare
gli abiti delle sue bambole per offrire loro una tazza di tè. I due gatti
protestarono un po’, ora graffiandola delicatamente ora soffiando e rizzando il
pelo per spaventarla. Ma Matilde intestardita non desistette. Dopo il tè ci fu
il ballo e acchiappato Sale per le zappette superiori iniziò a dimenarsi con
lui sulle note di una canzone. Quando toccò a Pepe , questo sbalordito rimase
immobile. La bambina era instancabile e i giochi da lei proposti non piacevano
affatto ai due gatti. Matilde raggiunse l’apice dell’antipatia, quando decise
di sperimentare la famosa destrezza dei due animali lanciandoli dalla credenza
più alta della cucina. Aveva letto su un libro che i gatti atterrano dritti sulle loro zampette.
‘’Quella
bambina, Pepe, è un uragano, bisogna fare qualchecosa’’ miagolò Sale ad un
certo punto
‘’Già’’, annuì
Pepe ‘’o ci lasceremo la pelle’’ proseguì.
Così, mentre
Sale distraeva Matilde giocando a nascondino, Pepe iniziò ad attorcigliarle
tutto intorno un gomitolo della nonna tanto che senza accorgersene la bambina si ritrovò legata come una salsiccia.
In quel
momento arrivò la nonna che non credendo alla scena a cui stava assistendo emise
un urlaccio. Poi slegata Matilde promise
ai gattini che mai più li avrebbe lasciati.
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